Statement

Rintracciare la bellezza nel tempo presente non è sempre facile: ne siamo circondati in ogni momento, ma spesso non riusciamo a distinguere la verità dalla pura apparenza.
La mia ricerca è un tentativo di guardare all’essenza del reale per raggiungere una forma di conoscenza attraverso l’arte.

In questa società dominata dalla virtualità, dilagante in ogni ambito dell’esistenza, sento la necessità di tornare a imparare dall’armonia della natura.
La contemplazione del regno naturale e delle tracce che l’uomo ha lasciato su di esso costituiscono infatti la mia principale ispirazione.
Ovunque si posi il mio sguardo, emerge il delicato ruolo che l’essere umano ha avuto fin dal principio nel mantenere in equilibrio la connessione tra la scienza dell’uomo e il respiro del mondo.
All’interno di questa contaminazione continua, anche l’elemento più inerte dell’universo risulta sorprendentemente pieno di vita e di luce: non solo paesaggi ed esseri viventi che crescono e mutano, ma ogni singolo frammento sottoposto all’azione del tempo e dello spazio.
Quando la geometria fa da filtro ai miei soggetti, naturali o architettonici, mi aiuta a trovare un punto d’incontro, a ripristinare una proporzione visiva e interiore.
I monumenti che dipingo sono templi delle diverse fasi della società, simboli universali e riconoscibili, immersi in una dimensione sospesa, dal sapore antico e insieme rivolta al futuro. Reali o immaginari, vissuti o sconosciuti, tutti suscitano un immaginario che è una preziosa chiave di lettura per la contemporaneità.

Oggi la tecnologia ci ha allontanati molto dalla nostra condizione primordiale, ed è di nuovo lì che io cerco di ritornare attraverso l’arte.
Arte per me significa anche libertà, forse perché non ho avuto la possibilità di coltivarla come avrei voluto, forse per il clima dittatoriale in cui sono cresciuta.
La tecnica che utilizzo segue l’evoluzione del mio pensiero, dall’olio alla spatola, libera, senza impostare il disegno.
Il colore si slega progressivamente dalla pura rappresentazione della realtà.
Nel tentativo di conferire all’idea tutta la plasticità della materia, sperimento un fare scultoreo modellando creta e ceramica.
Vedo l’immagine diventare gesto e processo, sento le mie mani e il cuore che si infondono in una materia ancora senza forma, finché il concetto assume un proprio corpo tangibile.
Sento la vita.